Pianeta preistorico: L’era glaciale stabilisce un nuovo standard per i documentari sugli animali estinti

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La collaborazione tra BBC Studios e Apple TV+, Prehistoric Planet: Ice Age, rappresenta l’ultima evoluzione dei documentari sulla fauna selvatica con specie estinte da tempo. Basandosi sul successo di serie precedenti come Walking with Dinosaurs e Prehistoric Planet, questa puntata si concentra sulla diversificata megafauna dell’ultima era glaciale, offrendo immagini che offuscano il confine tra ricostruzione e realtà.

Fedeltà visiva senza pari

La serie si distingue per il suo sorprendente realismo. I movimenti degli animali e, soprattutto, i loro occhi appaiono straordinariamente realistici, al punto che distinguere le creature estinte da quelle moderne richiede un attento esame. Sebbene esistano piccole imperfezioni nel movimento, paleontologi e spettatori hanno elogiato la qualità complessiva, con un osservatore che ha notato che l’unico indizio è “quanto sono belli”.

Oltre i mammut e i gatti dai denti a sciabola

Pianeta preistorico: L’era glaciale evita di concentrarsi esclusivamente su specie iconiche come i mammut lanosi e lo Smilodonte. Fornisce invece una prospettiva globale, mostrando creature meno conosciute provenienti da varie regioni. Il programma evidenzia la sorprendente dominanza di alcune specie africane durante l’era glaciale, insieme alla megafauna australiana come il leone marsupiale (Thylacoleo ) – recentemente collegato geneticamente ai moderni koala – e il Diprotodonte, delle dimensioni di un rinoceronte.

Accuratezza scientifica e omissioni

La serie incorpora recenti scoperte paleontologiche, come le ricostruzioni aggiornate dei terribili lupi che vanno oltre le rappresentazioni fantasy popolari. Tuttavia, i brevi segmenti scientifici alla fine lasciano gli spettatori desiderosi di spiegazioni più approfondite da parte degli esperti. Fondamentalmente, il programma omette la discussione sul ruolo dell’anidride carbonica nell’avvio e nell’amplificazione dei cicli dell’era glaciale, nonostante il declino della CO2 sia stato uno dei fattori principali delle glaciazioni passate. Questa omissione è notevole visti gli attuali dibattiti sul clima.

Scelte narrative e produttive

Il passaggio a Tom Hiddleston come narratore, in sostituzione di David Attenborough, si rivela un po’ fonte di distrazione per alcuni spettatori. La serie evita anche rappresentazioni grafiche della violenza, probabilmente per soddisfare un pubblico più ampio. Nonostante queste scelte, la produzione eccelle nel riportare in vita animali estinti con dettagli senza precedenti, offrendo un argomento convincente secondo cui la disestinzione virtuale è il percorso più realistico per apprezzare queste specie perdute. L’estinzione di queste bestie è ormai definitiva; il programma funge da toccante promemoria della natura irreversibile dei cambiamenti climatici del passato.